IL MELOGRANO E’ VELENO PER I TUMORI…

In primo piano

melograno
Il melograno è una ricca fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci. Ed è proprio questo acido che indurrebbe la morte delle cellule cancerose
La Punica è un genere di pianta della famiglia delle Punicaceae (o Lythraceae secondo la classificazione AGP).
Comprende due specie di arbusti, originari di una regione che va dall’Iran alla zona himalayana dell’India settentrionale, e diffusi sin dall’antichità nell’intera zona mediterranea e nel Caucaso.
Punica granatum è il comune melograno, pianta a portamento cespuglioso, alta fino a 2-4 m, foglie caduche lanceolate non molto grandi di colore verde lucente, fiori solitari grandi o riuniti in mazzetti all’estremità dei rami, di colore rosso vivace. Il frutto, dall’inconfondibile sapore agrodolce, è comunemente noto con il nome di «melagrana».
Una ricerca di qualche anno fa condotta in Israele da Michael Aviram, biochimico, ha scoperto che questo frutto possiede proprietà non solo terapeutiche, ma addirittura antitumorali, essendo estremamente ricco in flavonoidi, potenti antiossidanti che proteggono il cuore e le arterie.
Il succo di melograno, secondo la ricerca, è praticamente tossico nei confronti delle cellule cancerose.
Il melograno è infatti una ricca fonte di acido ellagico, una sostanza recentemente portata alla luce dalla ricerca e contenuta anche nei lamponi, nelle fragole e nelle noci.
Ed è proprio questo acido che indurrebbe la morte delle cellule cancerose.
Conferma in tal senso arriverebbe proprio in questi giorni dal sito britannico «Dailymail.co.uk» dove si legge che alcune componenti del succo in questione inibirebbero il moto delle cellule tumorali oltre ad azzerare la loro diffusione.
La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori della University of California che hanno presentato i risultati del loro studio all’American Society for Cell Biology di Philadelphia.
Ecco qui di seguito elencati i benefici del frutto relativi a:
– tumore alla prostata: il succo di melograno rallenta la progressione del cancro suddetto. Inoltre, il suo regolare consumo aumenta nelle persone operate e sottoposte a radioterapia gli effetti benefici della cura ed abbrevia sensibilmente i tempi di recupero;
– tumore ai polmoni: bere succo di melograno può aiutare a ridurre lo sviluppo delle cellule del cancro ai polmoni e risulta un valido aiuto per la prevenzione;
– tumore alla mammella: inibizione della proliferazione delle cellule cancerogene del seno.
Di nuovo è la natura a venire incontro all’uomo.
E di solito non avviene quasi mai il contrario.
(Tratto da uno studio di ricercatori della University of California)

Un giorno, un giovane volle consultare un anziano su un problema che gli stava a cuore…

vecchio e giovane
“Mio signore”, gli disse, “voglio confessarti una cosa: non riesco ad avere un amico.
Mi sapresti dare un consiglio?”
L’anziano sorrise e rispose:
“Posso solo dirti di me.
Quand’ero ragazzo fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico.
Fu una cosa bellissima che diede i suoi frutti e poi terminò.
Quando divenni adulto fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico.
Fu una cosa bellissima, ma l’amico morì ed anch’io mi sentii morire.
Ora che sono diventato anziano fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico e ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno e ogni ora, di qualcuno che non so chi sia e non so dove sia”.
“Non dev’essere facile…”, mormorò il giovane.
“Forse non lo è, perché cercare di essere amico significa, prima di tutto, rinunciare ad averne uno.
Ma forse lo è, perché proprio rinunciando ad averne uno se ne possono avere tanti”.
“Non si saprà mai chi saranno?”, domandò il giovane.
“Mai.
Tenere il cuore spalancato perché tutti vi possano entrare, dare sempre fiducia perché tutti ne possano attingere, rispettare ognuno perché ognuno si senta se stesso ti rende, insieme, amato ed odiato, incomprensibile ed imprendibile.
Chi cerca di essere amico, è un po’ come il mare, fatto di tenera acqua, ma acqua salata.
Chi ha come amico il mare, me lo sai dire?”
“Il cielo”, rispose il giovane.
“Infatti. Chi cerca di essere amico può solo sperare che il cielo gli sorrida; e che i gabbiani non smettano di posarglisi sopra”.
A questo punto il giovane tacque a lungo, avvolto in profondi pensieri.
Poi guardò l’anziano con uno strano sorriso e gli chiese:
“Mi permetti di essere un tuo gabbiano?”
L’anziano gli rispose: “Benvenuto!”
(web)

Durante il cammino della tua vita troverai tanti sassi…

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dove inciamperai e cadendo ti procurerai delle ferite le quali lasceranno scolpite, sulla tua pelle, il loro passaggio e, ogni volta che le guarderai, imparerai che prima di procedere con i tuoi passi dovrai scansare il sasso che ti è d’inciampo…
Alla fine arriverai ad un bivio dove troverai due frecce: una ti dirà “Continua!” l’altra “Ricomincia il percorso togliendo prima gli ostacoli che ritroverai sempre allo stesso posto dove li avevi lasciati e la tua vita sarà meravigliosa”….
(G. Strangis)

Voglio raccontarvi una stupenda storia d’amore…. (leggetela, è bellissima)

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Raccontano che un giorno si riunirono, in un luogo della terra, tutti i sentimenti e le qualità degli uomini.
Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia come sempre un po’ folle propose: “giochiamo a nascondino! “. L’interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza potersi contenere chiese: “a nascondino? Di che si tratta?” “è un gioco – spiegò la pazzia – in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete, quando avrò terminato di contare il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco”.
L’entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall’euforia. L’allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l’apatia, alla quale non interessava mai niente… però non tutti vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi. Perché se poi tutti alla fine la scoprono?
La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arricchirsi.
“Uno, due, tre…” – cominciò a contare la pazzia. La prima a nascondersi fu la pigrizia che si lasciò cadere dietro la …prima pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l’invidia si nascose all’ombra del trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sull’albero più alto. La generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.
L’egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé.
La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è vero, si nascose dietro l’arcobaleno!).
La passione e il desiderio al centro dei vulcani. L’oblio… non mi ricordo… dove?
Quando la pazzia arrivò a contare 999999 l’amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poiché li trovava tutti occupati; finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori. “Un milione!” – contò la pazzia. E cominciò a cercare. La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra….Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani.
Per caso trovò l’invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo…
L’egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c’era un nido di vespe. Dopo tanto camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.
Alla fine trovò un po’ tutti: il talento nell’erba fresca, l’angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l’arcobaleno e infine l’oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino.
Solo l’amore non le appariva da nessuna parte. La Pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muovere i rami. Quando, all’improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell’amore! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida. Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l’amore è cieco e la pazzia sempre lo accompagna…
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La storia biblica di Sansone che perdeva i poteri dopo il taglio dei capelli, cela una verità nascosta… (leggete)

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i capelli sono un’estensione sensoriale che ci tramuta in un’antenna sensibile alle energie ambientali e non solo…

Questa informazione è stata tenuta nascosta dal tempo della guerra in Vietnam. La nostra cultura porta le persone a pensare che i capelli siano una questione di preferenza personale, che la pettinatura sia una questione di moda e/o convenienza e che il modo in cui le persone tengono i loro capelli sia semplicemente una questione di cosmetica.

Tornando alla guerra del Vietnam, tuttavia, emerge un quadro completamente diverso, un quadro accuratamente celato e tenuto nascosto al grande pubblico. All’inizio degli anni 90 Sally (nome di fantasia per proteggere la privacy) era sposata con uno psicologo che lavorava al VA Medical Hospital e chelavorava con veterani di combattimento che soffrivano di un disturbo da post stress traumatico: la piu’ parte di loro aveva servito in Vietnam.

“Mi ricordo benissimo di una sera in cui mio marito tornò a casa portando con sé un raccoglitore ufficiale molto consistente. Dentro c’erano centinaia di pagine di certi studi commissionati dal governo. Era shockato dal suo contenuto. Quel che lesse in quei documenti cambio’ radicalmente la sua vita. Da quel momento in poi mio marito, conservatore di mezza età, lascio’ crescere i suoi capelli e barba senza piu’ tagliarseli. Ma on è tutto: il VA Medical Center glielo lasciò fare ed altri uomini molto conservatori del suo staff seguirono il suo esempio. Quando lessi i documenti capii perché”.

Sembra che durante la Guerra del Vietnam delle forze speciale nel dipartimento della Guerra avessero spedito degli esperti agenti segreti per setacciare le riserve degli Indiani d’America, alla ricerca di talent scouts, giovani forti addestrati a muoversi furtivamente in un aspro terreno . Cercavano soprattutto uomini con abilità di inseguimento eccellenti, quasi sovrannaturali. Prima di essere avvicinati, di questi uomini selezionarti con cura, si aveva documentazione attestante che erano esperti in sopravvivenza ed inseguimento.

Con le solite lusinghe, le frasi ammalianti d’uso per arruolare nuove reclute, si stilava una lista di alcuni di questi indiani abili nell’inseguimento, dopodiché accadeva una cosa incredibile. Qualsiasi fosse il talento o l’abilità che essi possedevano nella riserva … improvvisamente queste sembravano scomparire misteriosamente, poiché recluta dopo recluta fallivano nel compito sul campo.

Fallimenti nelle prestazioni e seri accidenti portarono il governo a stipulare un contratto per un costoso test di queste reclute e questo fu cio’ che ne emerse:

Quando alle reclute piu’ vecchie fu chiesto perché avevano fallito nel compito atteso, queste risposero in modo consistente che dal momento in cui furono loro tagliati i capelli, come richiesto dall’esercito , non furono piu’ in grado di “sentire il nemico, né di accedere al loro 6° senso, né fare riferimento alla loro intuizione, né leggere i segni sottili o accedere ad informazioni extrasensoriali”.

Cosi l’istituto di ricerca reclutò altri Indiani con quelle caratteristiche, ai quali non tagliarono i capelli e che vennero poi testati in varie aree. Poi misero insieme due uomini che avevano ricevuto lo stesso punteggio su tutti i tests. Lasciarono i capelli lunghi ad uno dei due, mentre all’altro fecero un taglio militare e li ri-sottoposero ai test. L’uomo con i capelli lunghi ripetutamente mantenne un alto punteggio mentre l’altro fallì i tests in cui precedentemente aveva ricevuto un punteggio alto.

Ecco un tipico test:

“la recluta sta dormendo nel bosco. Un “nemico armato” gli si sta avvicinando. L’uomo coi capelli lunghi viene risvegliato da un forte senso di pericolo, e se ne va molto prima che il nemico sia vicino, molto prima di sentire dei rumori provenienti dal nemico in arrivo.

(…) Lo stesso uomo con i capelli lunghi, viene risottoposto al test questa volta con i capelli tagliati e fallisce i test che precedentemente aveva passato. Quindi il documento raccomandò che tutti gli Indiani “inseguitori” fossero esentati dal taglio militare.

CONCLUSIONE

Nel cercare soluzioni per l’ansia e l’angoscia nel mondo, potrebbe essere arrivato il tempo in cui considerare che molto di ciò che diamo per scontato sulla realtà sia un errore. Potrebbe essere che la parte maggiore della soluzione sia guardarci in faccia ogni mattina allo specchio.

La storia di Dalila e Sansone nella Bibbia contiene molta verità in codice in serbo per noi. Quando Dalila taglia i capelli di Sansone, Sansone, un tempo invincibile, fu sconfitto.

Fonte: www.fruttalia.it

Perdona e sii libero… (bellissima)

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Quando il comportamento di qualcuno ti causa dolore, potresti nutrire risentimento nei suoi confronti. Tuttavia non fai altro che ferire te stesso, poiché il risentimento abbassa l’energia, l’entusiasmo e l’efficienza. Ogni parola o gesto scortese che quell’individuo ha avuto per te è un riflesso della sua persona; il suo comportamento non è un’affermazione sul tuo vero Io.
Quando le persone agiscono in modo scortese, allontanano la luce e l’amore dalla loro vita e attraggono esperienze che tendono ad alimentare la loro insoddisfazione. Più le persone sembrano sgradevoli, più hanno bisogno di amore, che cura l’infelicità e instilla il calore nei loro cuori. Questo non significa che devi stare in compagnia di coloro che sembrano comportarsi in modo scortese nei tuoi confronti. Puoi inviare da lontano pensieri d’affetto e raggiungere comunque il tuo obiettivo.
Quando invii amore verso qualcuno per il quale provi risentimento, la “guarigione” avviene su tre livelli:
1) ti libera dal dolore e dal tormento della rabbia.
2) spezza gli schemi indesiderati, poiché tu attrai ciò che pensi.
3) aiuta a guarire l’altra persona. Quindi, perdona.
Il beneficio che ne trarrai supererà qualsiasi piacere derivante dal covare risentimento. Perdona e sii libero!
(D. Virtue)

L’infelicità o la negatività sono una malattia…. (leggete..)

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L’infelicità o la negatività sono una malattia sul nostro pianeta. Ciò che l’inquinamento è a un livello esterno, la negatività lo è a uno interiore.
Si trova dappertutto, non soltanto è presente nei luoghi nei quali la gente non ha a sufficienza per vivere, ma anche dove ce n’è più che abbastanza. Vi sorprende? No.
Il mondo del benessere è ancora profondamente identificato con la forma, maggiormente perso nel contenuto, più intrappolato nell’ego.

La gente crede di dipendere da ciò che accade per la propria felicita, il che sarebbe come dire, di dipendere dalla forma. Non si rende conto che gli avvenimenti sono la cosa più instabile dell’universo. Cambiano costantemente. Le persone vedono il momento presente definito da qualcosa che è accaduto, ma che non avrebbe dovuto accadere, o da qualcosa che non è accaduto, ma avrebbe dovuto accadere. Perdono così la profonda perfezione che è dietro a ciò che sta o che non sta accadendo, dietro la forma.

Accettate il momento presente e troverete quella perfezione che è più profonda di qualunque forma, e che non è sfiorata dal tempo.

La gioia dell’Essere, che è la sola vera felicita, non può arrivarvi da nessuna forma, da nessun possedimento, acquisizione, persona o evento, non può arrivarvi da nessuna delle cose che accadono. Quella gioia non può mai arrivare. Proviene dalla dimensione senza forma che è dentro di voi, dalla coscienza stessa, che è una sola con chi siete.
(E. Tolle)

Buonanotte a chi avrebbe bisogno solo di un pensiero ogni tanto…

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E, se lo chiede, non si sentisse rispondere che non si può sempre avere tutto ciò che si desidera.
Un pensiero!
Mica una serenata ululata al chiar di luna.
Mica una poesia d’amore decantata con le lacrime.
Solo sapere di essere nella mente e nel cuore di qualcuno per un istante.
Capire di contare più di un incontro occasionale.
Buonanotte a chi il pensiero ce l’ha quasi sempre rivolto ad una persona.
E vorrebbe solo che, anche per un unico momento, fosse ricambiato.
Buonanotte a chi non esige.
Ma desidera.
Buonanotte a chi non pretende.
Ma sogna.
Buonanotte a chi non chiede.
Ma una risposta la aspetta comunque.

(O. Mantovani)

“La storia del cammello che piange” …. (una storia meravigliosamente vera e bella, leggetela)

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Mongolia del Sud.
E’ primavera nel Deserto Dei Gobi, una famiglia di pastori nomadi alleva cammelli.
Tra aprile e maggio nascono i cuccioli, da sempre.
La vita quotidiana è fatta di rituali, mansioni da svolgere con costanza e umiltà, di tempeste di sabbia e di canti.
Una famiglia di pastori nomadi aiuta a far nascere un cammello del loro branco.
Il parto risulta essere molto difficile e doloroso per la madre, che stremata, dopo due giorni metterà alla luce un cucciolo di cammello albino.
Ma dopo la nascita, la madre non accetta questo suo piccolo così diverso.
Quindi gli rifiuta il latte e le cure materne.
Dopo tanti sforzi, i pastori mandano i loro figli nel deserto, alla ricerca di un musicista.
Finalmente arriva un violinista, e dopo alcuni giorni, la dolce musica e le carezze da parte di una donna, riescono a commuovere e intenerire la madre del piccolo cammello fino alle lacrime, riuscendo così a recuperare l’istinto materno, cominciando a nutrire e ad accudire il proprio cucciolo.

“La storia del cammello che piange’” di Luigi Falorni e Byambasuren Davaa, è un film-documentario sulla perdita dell’amore.
Un film semplice e straordinario, che cerca di parlare con l’amore della natura.
Talvolta, le storie vere racchiudono in se stesse quella magia dell’incanto che nessuna finzione riesce ad eguagliare. Non ci sono effetti speciali, costumi o sofisticate strategie in grado di competere con la bellezza che ci circonda.
Basta saper vedere con gli occhi del cuore e riscoprire la meravigliosa semplicità dello stupore.